mercoledì 20 giugno 2012

Campoformido: i Postumi.

Folgorato nelle sue terre friulane, colui che diventerà poi il Vescovo DiMitra si prostra al Culto della Tosse Grassa e, saggiamente, si adopera per consentire una calata del Sommo nelle sue terre bilingui. A tal fine impupisce il povero Joe Black, oste di un amato pub udinese devoto al metallo che, cedendo alla propaganda del Vescovo, infilerà LA TOSSE GRASSA nella prima delle tre giornate di festeggiamenti per i suoi 40 anni. La data stabilita è venerdì 15 giugno. Mannaggia, proprio il giorno di San Vito, culmine della fiera per il santo patrono di Recanati, il paesello da cui la nostra spedizione partirà. Con una certa amarezza ci prepariamo moralmente al saltare per quest'anno il 'Rito della Piadina Zozza', ossia circa 50 minuti di fila sotto i fumi di salsicce, cipolle e peperoni soffritti che al termine del supplizio finiranno nella tua struttosa piadina romagnola insieme a robuste dosi di senape. E tabasco. Ce ne facciamo una ragione e si parte alla volta di Campoformido (UD), per i friulani Cjampfuarmit (come potrete vedere consultando anche Vichipedie), per noi Cloroformio, a sud-ovest di Udine. Il Radical Macabre Tanzkommando per l'occasione è composto dal veterano Tosi e dal debuttante Il Ferrari, ma la nostra carovana comprenderà anche una groupie di proprietà di Tosi, che sarà anche addetta a foto e spaccio di cd, spille e magliette!


Si parte di mattina presto perché l'intenzione è di svaccarsi oltremodo nell'ora del pranzo, senza doverci mettere fretta per arrivare a destinazione. Mi consulterò con alcuni cardini della scena indie nazionale, ma l'unico che ci saprà indicare un buon posto per mangiare sarà un metanaro dell'interno veneziano. E fu così che per due soldi ci sbranammo un cavallo e cominciai a tenere la posizione volgarmente detta del '4 di spade' ("the four of spades, the four of spades...") fino al tramonto. Nonostante tutto siamo in anticipo mortale e trascorriamo le ore della canicola a continuare a bere nel centro di Udine, dove scopriamo che una t-shirt bianca con un teschio e du' triangoli può costare 169 euro, un costume da bagno (due pezzi) 300 e un minuscolo vestitino pallettato 580. Peccato non essersi portati tanti soldi, avrei senz'altro fatto spese. Fattasi quell'ora ci dirigiamo nel luogo in cui si terrà il concerto. Sparano. Però sembra sia normale, si tratta di un campo per il tiro a volo (pull!). C'è un palco con tutti i crismi, c'è un fonico non pervenuto e dei permessi ancora meno. Bene, meglio! Il bar ancora non è pronto, per cui andiamo a cazzeggiare un poco in paese, io sempre trasportato a 4 di spade, tanto le condizioni climatiche sono ostili. Tornati sul posto cominciano a suonare i primi artisti. Sfilano un paio di giovani band metalcore, una gustosa band di hard rock'n'roll proveniente dall'Austria (ma comunque da molto più vicino che noi!), poi ancora un paio di band heavy metal... Mmm... Siamo circondati. Ci uccideranno?


Nel frattempo il Vescovo DiMitra ci protegge e ci tratta come quei V.I.P. che siamo, ci sfama, ci disseta, suo sarà il regno dei cieli (capirai che guadagno). Quali musicisti abbiamo diritto a 5 bevute a capoccia, più quelle che ci paghiamo noi di tasca nostra, più una bottiglia di vodka secca (calda) che comprerà Tosi. Ora, dovete sapere che Tosi non è un essere umano. Beve quantità di alcool irreali per tre giorni di seguito senza sentire il bisogno di dormire. Va in giro sulla neve in maglietta. Trapana femmine a tre a tre. E senza droghe o, come minimo, senza droghe che aiutino! Invece Il Ferrari è solo un uomo. Nulla di meno, ma nemmeno nulla di più. Per cui il suo tragico tentativo di tenere il ritmo di Tosi nel mandar giù bevute si rivelerà in seguito fatale. Sale sul palco una band di beat/pop psichedelico stile sixties, che è la prima prova che non siamo gli unici non-metallari in programma. Meglio, così avranno qualcun altro da menare oltre noi. Poi un'altra band di funk/pop/rock che avrà l'ardire di imbastire dibattiti culturali dal palco coi nostri tanzkommander mentre io vado a prepararmi nel nostro camerino: un fazzoletto di boscaglia dietro il generatore che manda avanti la baracca, umidità da Carpazia. E' il momento di salire sul palco. Il Ferrari, a dimostrazione che non ci sta più con la testa, si toglie le mutande e indossa la sua tunica sul nudo pene. Joe Black ci annuncia e siamo caldi, pronti per salire sul palco. Quando parte "Someone Somewhere In Summertime" dei Simple Minds. Gran pezzo. Solo che non è il momento.


In un rapido turbinio di bestemmie riusciamo a risolvere questo piccolo inconveniente tecnico: il dio del Friuli ha trasformato il cd con le nostre basi in "New Gold Dream", ma fortunatamente ne avevamo uno di riserva per cui il miracolo non si è ripetuto una seconda volta e abbiamo iniziato il nostro show. Poco tempo a disposizione, rapidamente snoccioliamo tutti i brani di "TG1" più gli inediti "Pezzi Di Fiche" e "Burzum Due" che per ora paiono essere i più gettonati tra i nuovi pezzi. Sul palco tutto si svolge alla perfezione, per forza di cose (il cd di riserva era quello con lo spettacolo completo) il pubblico subirà anche mezzo secondo degli attacchi dei pezzi che non sentiranno, Il Ferrari mostra a tutti lo scroto, ma il pubblico sembra un po' freddino. Ogni tanto qualcuno si strappa le vesti dall'entusiasmo, è vero, ma poco ballo, poco movimento... Poco male, dato che poi compreranno una barca di gadget, tipo le magliette, che ce ne vogliono 17 per farne una bianca col teschio e du' triangoli. In effetti finito lo spettacolo veniamo accolti da una schiera di devoti: firmiamo autografi, contratti di intestazioni di immobili, giuramenti a ritornare presto in Friuli, ci spiegano che "Robuste Dosi Di Cazzo" in friulano si dice "Oneste Quantità Di Cazzo", e anche il festeggiato Joe Black viene a gridarci il suo tripudio, svelandoci che il pubblico era diviso tra chi si complimentava per la scelta di averci coinvolti, e chi lo voleva morto per lo stesso motivo, tu traditore del sacro verbo del metallo! Terminiamo di bere mentre sul palco sale un'ultima giovanissima band che suonerà un po' di cover di roba moderna. Ci conducono al b&b dove si terrà anche un torneo di fiotti, e dove verranno create abominazioni come la foto sopra, che ritrae Il Ferrari che ha le visioni. Il giorno seguente lunga giornata di viaggio in cui mi comprerò anche una gondola. Ritorneremo.







2 commenti:

  1. qui anche la versione del Vescovo DiMitra, che posto per puro vanto:

    Recensione del concerto de La Tosse Grassa dell'altroieri, al Tiro a Volo di Campoformido (ribattezzata per l'occasione "Cloroformio" dal Vate Vanni) su perentoria richiesta di Serena e Andrea. 40 minuti di umana cattiveria, follia, genialità. Vanni e il Radikal Macabre Tanzkommando danno spettacolo: un uomo incazzato nero canta la disgrazia dello svegliarsi, alzarsi dal letto e affrontare una realtà che non può che essere svilita e vilipesa con violenza verbale inaudita, e i suoi 2 valletti completano gestualmente un messaggio di relazione incredibilmente aggressivo. "Burzum" è il manifesto: le cinquanta persone sotto il palco, intervenute a al Tiro a Volo per festeggiare il 40esimo compleanno di Giovanni del Black Stuff, sono da subito allertate. Si parla di violenza omicida, dettata da mostruosa frustrazione per l'umana inanità, specialmente italiana, sicuramente mondiale. Gli spettatori colgono al volo. Si prosegue con "Padre Mostro", capolavoro di riso sardonico destinato al lato B della chiesa cattolica. Il pubblico è già in lacrime, vuoi per l'ilarita, vuoi per la commozione di fronte a tanta Saggezza. "Lo Vuoi Nel Culo" irride a tutto: un uomo sposato (e presto padre di famiglia) si scopre gay e ha paura di dirlo a mammà e papà: nel mirino il perbenismo da italietta strapaesana, ma, forse, anche il concetto di coming-out e l'ossessione per il politicamente corretto in reazione a tale perbenismo: lo vuoi nel culo? ecchissenefrega! Il resto della scaletta è pura dissezione e dissacrazione del male di vivere. Dopo 30 minuti, la gente è divisa: una larga maggioranza ride di pancia, cogliendo l'intelligenza nell'estremo, una minoranza è invece urtata nella sensibilità e/o nel gusto. Si sa, la mentalità punk spesso infastidisce perchè entra nella vita altrui senza chiedere di essere accettata: è sfacciataggine, è "prendere o lasciare", è "sono qui per rimanere", è sintesi e concretezza nei rapporti umani al massimo livello. In ogni caso, tutti, nessuno escluso, sono risvegliati da cotanta genuina aggressività. Si chiude con "Sperma d'artista": in poco più di 2 minuti, La Tosse Grassa demolisce il panorama indie italiano, fatto di provincialità, di culto dell'effimero, di squinziette affamate di carne vagamente celebre, di artisti marpioni dal poco talento ma dall'alta libido, più imbonitori qualunquisti che veri comunicatori (il riferimento a Pier Paolo Capovilla nella canzone è la ciliegina sulla torta). Alla fine, nel retropalco, Vanni e compagni vendono molti cd e t-shirts, e firmano pure autografi. Giovanni del Black Stuff è contentissimo e saluta calorosamente Vanni e soci: io sono alle stelle. A Settembre il Grande tornerà a Udine: che io sia maledetto se non succederà.

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  2. Qui JoeBlack:
    dopo questa serata sono pronto a proporre un gruppo cover di sua magnificenza La Tosse Grassa con traduzione dei testi in friulano per continuare a divulgare il verbo!! Stupendi.

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