giovedì 14 marzo 2013

Intervista per il blog STORDISCO.



In principio fu lo spot Actigrip. L’avvistamento di quell’orribile creatura che rappresentava la tosse grassa fu la scintilla che fece il miracolo. Da quel momento, nei freddi e catarrosi primi mesi del 2011, Vanni Fabbri è l’incarnazione de LA TOSSE GRASSA, il suo avatar. E demanda venerazione.

Stordisco è orgogliosa di presentare l'intervista ad una delle personalità più eccentriche e degne d'interesse della nostra penisola. C'è un nuovo papa in città e noi non potevamo esimerci dal fare due chiacchiere con La Tosse Grassa, al secolo Vanni Fabbri, one man band dell' underground marchigiano, dissacrante e incompromissoria. Per farvi un'idea sentite questa o anche questa

Per l'occasione ci avvaliamo di un intervistatore d'eccezione, Marco Taddei, scrittore truffaldino e noto appassionato delle arti ginniche e cultura macedone + special guest.

Le letterine stanno per:

M.M. = Michele Montagano
M.T.  = Marco Taddei

M.M. Chi è Vanni Fabbri (facciamo finta che non lo sappiamo né noi né chi ci legge). Dove è andato a scuola, quanti anni ha, che ha fatto ieri sera?

-V.F: Tempo fa mi descrivevo come anarchico, sociopatico e marchigiano. Credo di poter ancora confermare tutto. Mi nutro di musica e sono grasso perché ne mangio troppa. Sono andato a scuola in un posto che mi stava a 50 metri da casa, così potevo camminare poco, tuttavia riuscivo ad arrivare in ritardo lo stesso. E se quando arrivavo tardi mi accorgevo che c'era la macchina del preside allora salavo proprio. A proposito della mia età vi dico solo che sono del 1975, i conti fateli voi, io quando c'era matematica arrivavo tardi e c'era il preside. Il mio compleanno l'ho festeggiato da poco, mangiando il cubo di "Hellraiser", che però aveva le pocce. Ieri sera di ritorno dall'orrenda Milano mi sono mangiato due wurstel con crauti e senape e mi sono visto "Bag Of Bones", miniserie tv tratta dall'omonimo romanzo di Stephen King, con James Bond in pensione. Tutto ciò in compagnia del Reverendo Red Ronny. Che tra l'altro aveva anche realizzato il cubo che mi sono mangiato. Ma non le pocce.
Tutto sommato sono una brava persona.
Ma lo dice anche Berlusconi.

M.T. Mi parleresti del tuo rapporto con la musica di Raffaella Carrà?

-V.F: Metto spesso "Satana". Per il resto pur facendo il dj anche ai matrimoni sono sopravvissuto per anni senza "Tanti Auguri" perché tenevo il cd in un raccoglitore che mi dimenticavo sempre di portare. Però quando lo portavo poi la mixavo sempre con Santa Esmeralda.

M.T. Quale genere di ministero vorresti presiedere? E quale ministro uccideresti per presiederlo? 

-V.F: Nel dubbio li ucciderei tutti, così mi tolgo il pensiero. Poi sulle poltrone metterei dei bei chiodi lunghi, di quelli che i borghesi usano per non far appollaiare i piccioni e i barboni. Tuttavia c'è chi in passato mi voleva Ministro delle Pari Opportunità per via delle mie fissazioni anali. Quando la Rivoluzione Sociale sarà compiuta ascenderò a destra del Porcoddìo del Degrado, mi sfonderò di vino, vergini e cinghiale e rimirerò gli altri sbudellarsi come meglio credono.

M.M. Se Dio credesse in te tu crederesti in lui?

-V.F: Il Degrado guida il mio cammino. E io credo in me. Non mi occorre altro. M'illumino d'immerda.
JHWH è solo la concorrenza. Anche lui crede in me. Per questo tenta di ostacolare il mio cammino. Mi teme.
Potrebbe temere anche voi, ma c'ho pensato prima io... E' come con l'Arte Contemporanea.

M.T. Il Papa si è recentemente licenziato dal suo ruolo di vicario di cristo in luogo di dio in terra. Pensi che vi sia un collegamento con le tracce di carne equina trovate all'interno delle polpettine Ikea?

-V.F: Semmai con le tracce di batteri fecali nelle torte di merda, sempre dell'Ikea. Comunque la pacchia è durata poco, ne hanno eletto un altro, visto? Papa Francesco. Vuoi mettere con LA TOSSE GRASSA?! Francesco, non ti temo!

M.M. Era stata un'intuizione azzeccata quella di vestirti da papa dunque... Preferisci vestirti da papa o papessa?

-V.F: Tu vedi il papa. Il mio costume non è quello di un papa, né di una papessa. Potevi scegliere di vederci un barbaro, un pervertito, uno sciamano, una seppia, ma no... C'hai visto il papa. Chiediti il perché.

M.M. Chi sono i tizi che ballano con te?

-V.F: Sono il Radical Macabre Tanzkommando. Un esercito di guardie, monaci e ballerini tutti insieme in un sol colpo, guidati dal capo coreografo Piccolo Stè. Ad ogni funzione ne porto due (o quattro, o otto, dipende dal palco e dal budget) scegliendoli in base alla loro disponibilità. Di solito se li litigano, questi posti. Nel mio sito web www.latossegrassa.net ve n'è anche la classifica aggiornata delle presenze, e ogni singolo tanzkommander ha la sua scheda personalizzata come le figurine dei Pokémon.


M.T. Che ne pensi del fatto che si muore alla fine di tutto quanto?

-V.F: Che il segreto per non morire è non finire mai. Per questo mi tengo sempre impegnato, con film da vedere, libri da leggere, dischi da ascoltare, fori da scopare... Quando avrò finito potrei anche essere pronto per morire. Forse.

M.T. Che rapporto hai con il territorio in cui sei cresciuto?

-V.F: Molto buono. Ne esce dell'ottimo vino e ci ingrassano delle ottime bestie. Con la terra vado d'accordo, le bestie sanno che finché son sazio da me non temono alcun male. Lo stesso non si può dire degli esseri umani, che appunto in quanto umani del cazzo mi fanno schifo. L'unica via di redenzione è nel Culto della Tosse Grassa.

M.M. Parlaci un po' in BASE a cosa scegli le BASI per i tuoi pezzi (gioco di parole non voluto). Ad esempio come mai proprio questa?
 

-V.F: "Warm Leatherette" è un brano fondamentale per la storia della musica industriale. C'è Ballard, c'è il germe della Mute Records, c'è elettronica abrasiva ma al contempo fisica e ritmica. C'è sangue, morte, macchina, sensualità. C'è tutto quello che mi serve. Mi piace definire il mio progetto 'industrial', anche se la forma che adotto è quella della disco music, e quando ho iniziato La Tosse Grassa sapevo che presto o tardi avrei utilizzato questo ingrediente per cucinare uno dei miei brani. Per il resto a volte sono scelte concettuali come in questo caso, altre di composizione. Se ho bisogno di un certo tipo di melodia o di suono vado a cercare quella che più le somiglia tra quelle esistenti o, se proprio non la trovo, la smonto e la rimonto come cazzo mi pare, come ho fatto col povero Raf in "Sodomia!". Più spesso è il caso a far sì che avvengano certe connessioni nel mio cervello. E l'alcole. E il Porcoddìo del Degrado, non dimentichiamolo mai.

M.T. Se fossi sbattezzato con chi o cosa ti sposeresti?

-V.F: Il matrimonio è un contratto. Già per questo mi sta sul cazzo. E pensa, mi sta più sul cazzo l'idea di sposarmi di fronte allo Stato (chi è costui?) che di fronte a Dio. Quindi non mi sposerei affatto, essendo io già impegnato con me stesso.

M.T. Raccontami quella volta del "Perro che habla"...

-V.F: Il perro ha hablato più volte. Ti racconterò di quella in cui mi è stato chiesto di celebrare un matrimonio autarchico. Ho scritto il rito, elaborato delle musiche col supporto di un organista ed allestito la cerimonia con due chierichetti armati uno di tromba da stadio e l'altro di deodorante per la casa. Lo sposo era stordito, ubriaco e condotto lì con la forza, mentre la sposa era la mandante del misfatto. Si è svolto tutto allegramente, c'è stata una fiammata infernale e c'è stata la Comunione. Fettina di salame per tutti tranne per i vegetariani, per loro un carciofino, porta ai convenuti con la formula "El Perro Que Habla". Poi ho lasciato tutti lì e sono scappato in un altro posto a suonare i Black Sabbath.

M.M. Hai mai pensato di andare a vivere all'estero e trasferirti a San Marino?

-V.F: San Marino è un bluff. Basterebbe un carrarmatino giallo per conquistarla se solo lo si volesse. Se scappassi dall'Italia sarebbe per andare a vivere in un paese civile, e ne vedo pochi all'orizzonte. E non è detto che sia quello che voglio. Mi ci trovo bene qui nell'inciviltà a sbranar conigli e condurre masse di pecorelle smarrite e latentemente psicopatiche.

-Pedro: Vuoi venire a mangiare al cinese con noi domani?

-V.F: Volentieri, ma temo sia un po' troppo tardi. Però magari provate a farmi uno squillo domani a mezzogiorno, sarò eccezionalmente sveglio, di ritorno da un funerale. E sorridi alla giornata.

M.M. Manca molto al disco nuovo?

-V.F: 152 giorni, se faccio il bravo.

M.M. La nostra webzine si chiama Stordisco. Salutaci con un pezzo che in passato, nel presente o nel futuro ti ha stordito.

-V.F: Uno solo? Quando avevo 11 anni un mio amico mi fece ascoltare questo disco in cuffia a volume molto alto. Cominciai a bestemmiare dall'entusiasmo. A voce molto alta dato che quelle belle cuffie mi isolavano completamente e non riuscivo a sentirmi. I suoi genitori e la nonna che erano lì non gradirono molto.







Michele Montagano, Marco Taddei, STORDISCO
stordisco.blogspot.it

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