Non ci ha dato nemmeno il tempo di distrarsi qualche mese che siamo di
nuovo qui col terzo album dei cari pazzi amici (sì ok, è solo Vanni
Fabbri) de La Tosse Grassa. Fortunatamente, lo ritroviamo più o meno nella stessa melma incazzosa in cui li avevamo lasciato.
Inizia una mattinata vomitando qualcosa di "verde pazuzu" e volteggiando
qui e lì, lasciandosi poi in un delirante blast beat strillando "la
vita è beeellaaaaaaa, sette spose per sette fratelliiiiiiiiii" in un
semi-growl ignobile. Confesso che mi è proprio mancato nel suo
dolcissimo odio viscerale verso tutto e tutti, in primis, ovviamente, la
SIAE.
Mancano un po' le tematiche omosexual stavolta, a favore di racconti tragici come quelli che troviamo in Santo subito,
dove la voglia di spararsi un pippone in terrazzo va a sostituire
quella di suicidarsi e volersi ritrovare magnificato dopo la morte;
tutto su una base italo-wave goduriosissima.
C'è anche spazio per della sana marchigianità, che qui su Kathodik
ovviamente comprendiamo bene (o compatiamo? non mi ricordo) che si
conferma benvenuta, specialmente dopo che ci hanno strarotto i coglioni
per anni con la Romagna, Milano e Roma.
Insomma, se avete goduto con TG1 e successivo, direi che non c'è motivo
per non far godere altrettanto il vostro glande con questo nuovo
capolavoro imbevuto di bestemmie, melodie rubate e talento davvero
malcelato. Per quanto mi riguarda, ero già straconvinto quando ho
sentito la colonna sonora di 'Nekromantik' in Ghigliottina e lanciafiamme. Chapeau, Vanni, chapeau.
Damiano Gerli, KATHODIK
www.kathodik.it
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