mercoledì 12 febbraio 2014

Terminal: i Postumi.

E poi c'è stata quella data all'ARCI - Terminal di Macerata. Che fai, fai un album nuovo (in questo caso "TG3") e non passi a salutare questo posto, che è storicamente un punto di riferimento della cultura resistente, dell'avanguardia radicale e soprattutto dell'alcolismo della provincia? Della provincia e non solo, data l'alta percentuale di studenti universitari che infestano il locale e arrivano da ovunque, forse in cuor loro non sinceramente interessati a intraprendere una carriera da avvocato ma sicuramente interessati a sfondarsi di canne, vino, birra e liquori di ogni sorta. Io è un po' che non studio, senz'altro mai da avvocato (lungi da me) ma al resto son sempre stato piuttosto interessato. Sarà per questo che la mia memoria in questo caso è un po' offuscata mentre per l'ultimo report che ho scritto ricordavo molti dettagli... Ma l'appetito vien mangiando, quindi cominciamo! Stavo facendomi una seghetta su XNXX quand'ecco che il temibile Cecchetti mi appare in chat e mi propone sabato 9 novembre come data per un live de La Tosse Grassa nel suo circoletto. Rinfodero l'arnese, dò tosto l'ok e ancora mi tiravano i pantaloni quando consulto il Radical Macabre Tanzkommando per verificare chi mai sarebbe intenzionato a seguirmi per questa tappa facile facile. Danno subito la loro adesione Il Vescovo Teodoro e Tarkanov, ché a loro non piace facile facile: piace facile facile facile, dato che i due praticamente hanno un giaciglio sicuro a 200 metri da lì. E io? E io piglio la corriera.


Appena metto piede sul territorio di Macerata sento una voce che mi chiama, chi è? E' Sandro degli Orrori, che baldanzon baldanzando mi raggiunge e mi dà la sua benedizione (capitò la stessa cosa quando partimmo per il Murì Ammazzati Tour, però quella volta c'era pure la Critica Radicale...) e poi mi lascia in tutta fretta, ché lo reclamano per una cena in una certa cantinetta che boh, non ho capito un cazzo ma ccciao, ci vediamo dopo! Mi trascino dalla fermata del bus al locale, ancora praticamente vuoto e mi appropinquo al palchetto per fare un attimo il soundcheck. 5 minuti e si risolve tutto. Già per aggiustare le luci (un unico faretto da capire dove piazzare) ce ne vogliono di più. Cecchetti poi mi dice che per cena avremmo (chi, pure io??) appuntamento in una palestra di arti marziali... Eh?? E il locale? Lo chiudi?? Questi miei interrogativi vengono subito stroncati dal fatto che arriva subito altra gente e il boss è costretto a rimanere lì. Tra questa gente un'allegra famigliola, Il Vescovo Teodoro, Tarkanov... E la Critica Radicale!! L'implicita profezia di Sandro degli Orrori si è avverata! E vi dirò di più! Sono le 20 e il tipo già casca per terra da quant'è sbronzo! Beh, che fare se non berci su? Cominciamo a darci giù col vino e poi pian pianino ci appostiamo su un tavolino come a suggerire velatamente che dovremmo nutrirci. E poco dopo ci portano una cofana di pasta niente male, con noi mangiano anche Cecchetti e la schiava del giorno. La Critica Radicale comincia subito col suo dovere: cercare in tutti i modi di far incazzare il padrone e farsi consequenzialmente picchiare. Ci va molto vicino ma il boss non raccoglie, gli dichiara il suo amore incondizionato e peace & love. Poi ci caccia dal tavolo perché ne abbisognerebbe gente che paga. Sticazzi, ne prendiamo subito un altro. Vogliamo il dolce.


Intanto che facciano finta di dimenticarsi di portarcelo ("ops!") c'è chi va a giocare a biliardino con gli allegri pargoletti dell'allegra famigliola. Biliardino che è posto sul cortile esterno del locale per cui io, intento a bere vino e presidiare il tavolo, non vedo nulla. A un certo punto Cecchetti entra dicendo cose "basta, stavolta lo denuncio!". Il mio primo pensiero: la Critica Radicale ha spaccato la testa ai bambini con una mazza da baseball. Invece no: la Critica Radicale l'ha chiamato Geppetto. Quell'uomo cattivo. Toh, il tiramisù! La Critica Radicale è ormai troppo ubriaco per rendersene conto, così me magno pure il suo. Tra il caffè e l'ammazzacaffè arriva il Reverendo Red Ronny. Un minuto di pomicio, per ovvi motivi le mostro il banchetto del merchandising ed ecco che si rimanifesta il boss: andiamo a questo fantomatico appuntamento. Da quello che ho capito ci sono gli ultrà della Maceratese (non tutti, solo quelli più pericolosi) che hanno buttato su una palestra autogestita dove si insegnano i valori della lealtà, dell'amicizia e del muay thai. Grazie al Porcoddìo del Degrado costoro sono anche Adepti del Culto della Tosse Grassa, e siccome stasera facevano una cena in una cantinetta (vuoi vedere...) che è anche il loro ritrovo, hanno gentilmente preteso che li si andasse a trovare prima del concerto. E così sia! Il Sommo viene accolto da un solenne coro di rutti e va subito a scroccarsi una birra. Ovviamente saluto la leggenda, Sandro degli Orrori! Saluti, baci, pacche sulle spalle, occhiate minacciose e ce semo capiti e poi corriamo di nuovo al Terminal, che nel frattempo ha preso a gremirsi di Cultisti da ogni dove (tra i tanti presenti spiccano il Reverendo Tequila e il Reverendo Lele Ggì e la sua Parrocchia di Passatempo). Giusto un altro liquorino e siamo pronti per andare in scena!


Andiamo e ci rendiamo subito conto che stasera la bolgia sarà delle più infernali mai provate. D'altronde siamo nella Capitale... La Critica Radicale è trasmutato in un malevolo berzerker che non si limita a pogare furiosamente, no. Cerca, sempre nel nome del suo sacro autolesionismo, di ledere il prossimo in ogni modo. Gomitate, testate, ginocchiate... Va tutto bene finché non lo vedo scagliarsi sui tanzkommander agguantandoli per i loro paramenti sacri che il soggetto sembrava avere tutta l'intenzione di danneggiare. Il risultato: io gli dò due microfonate in testa e un calcio sulle costole che però il fortunello riesce a schivare grazie a una provvidenziale pogata. Tuttavia il sangue prende a sgorgare, dopo che un suo amico gli dà un cazzotto sul naso. Questo tipo in realtà gli ha salvato la vita: se non gli avessero menato gli amici lo avrebbero presto ammazzato quelli del muay thai, che è anche sobrio servizio d'ordine informale del circolo. E quindi il concerto si conclude senza bis, ché la situazione ormai era già degenerata abbastanza, con noi cosparsi di sangue, sudore e naturalmente . Di peggio potrebbe esserci solo Manuel. Che infatti c'è. Va sul palco e comincia a snocciolare il suo impietoso repertorio. Il Reverendo Red Ronny, per ovvi motivi costretta al banchetto del merchandising, cade in depressione. Cecchetti pure. Anni e anni ad educare il pubblico a una musica piuttosto ricercata quando non addirittura colta andati a farsi fottere così, tra un biscotto, un gelatino e un ballo doo cavallo. Pubblico in delirio, invasioni di palco collettive e l'Assessore alla Cultura di Macerata che dopo averci provato col Reverendo si sbilancia sventolando sinistri bandieroni (vedi foto sopra). In finale assisto alla trattativa più bella della storia del rock (cioè, rock, si fa per dire). Cecchetti va da Manuel: "Fanne un'altra e poi basta." e lui rilancia: "Altre cinque?". Poi il boss si allontana per un qualche impegno, forse lo cercava Mastro Ciliegia. Ne farà più o meno ventotto.





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