lunedì 15 giugno 2015

Intervista per POINT & COMMA MUSIC.

Da un progetto strutturato sulle affermazioni di più artisti underground italiani in relazione alle domande da me propostegli , vedremo cosa diranno sulla Radio e della Radio .
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VANNI FABBRI – LA TOSSE GRASSA

# Cosa ne pensi della musica riprodotta oggi , dalle radio italiane ?

Il mercato discografico italiano è quasi totalmente dominato dalla televisione, e la programmazione delle radio commerciali non ne è che lo specchio. Le selezioni musicali si basano sulle scelte di un calcolatore che decide per loro quali brani mandare a quale fascia oraria e con quanta frequenza, pescando da un bacino di classici e di novità imposte. Si salvano da questo abisso giusto alcuni programmi di Radio Rai e quelle poche stazioni indipendenti che si possono permettere di inserire nel proprio palinsesto programmi condotti da appassionati e non da soldati del mercato. Personalmente ascolto la radio solo quando vado al supermercato o quando l'autoradio non mi piglia i cd, e quasi sempre mi ritrovo con in viso una smorfia di disprezzo.

# Quanto influisce il fattore major ed il fattore etichetta indipendente ?

Tantissimo. Capita più spesso di sentire in radio egregi signor nessuno sotto contratto con una major che i divi della scena alternativa/indipendente italiana che qualsiasi ragazzina riconoscerebbe per strada. Questo perché il ruolo della radio commerciale è quello di accompagnare le giornate dei mortali in maniera conciliante, senza picchi né particolari distrazioni. Qualsiasi prodotto indipendente per quanto pop possa essere avrà sempre qualche piccolo elemento non in linea coi canoni dell'industria, qualche spunto personale anche minuscolo che rischierebbe di risultare conturbante. E questo non deve capitare.

# Riguardo il tuo progetto artistico , che rapporto personale hai con le radio ?  

Guarda, mi appunto tutto, e in 4 anni di attività la musica de La Tosse Grassa è stata trasmessa da 12 stazioni radio, delle quali 7 sono webradio, quindi non contano. Delle rimanenti 5 una era all'interno del *mio* programma, e solo 2 sono molto conosciute: Rai Radio 2 e Radio 105. In entrambi questi casi il mio materiale è stato inserito in appositi ghetti per stramberie varie: rispettivamente la "Coppa Rimetti" del programma "Il Ruggito del Coniglio" e il "Festival di San Jimmy". Insomma un vero e proprio rapporto non esiste. Esiste solo qualche temerario che in rarissimi casi isolati ha deciso di fare la cazzata e mandare un mio brano. Io sono sempre totalmente disponibile ma raramente mi vengono a cercare e esclusi rarissimi casi non sono mai io a propormi alle radio.

# Ci sono mai stati dei casi in cui è stato rifiutato qualche tuo brano per il testo un po' poco commerciale o un po' troppo realista su delle tematiche sensibili e/o forti ?

Faccio un discorso talmente "conturbante", per citare un termine già utilizzato sopra, che paradossalmente il problema non esiste. Non rifiutano "qualche mio brano", ad essere rifiutata è proprio la totalità del progetto. Chi ha scelto di trasmettere qualche mio brano l'ha fatto con la piena consapevolezza ed ha comunque chiaramente evitato di scegliere i brani più, diciamo, impresentabili.

# Per concludere se hai un'opinione personale da darci in riguardo all'argomento ..

Il mondo delle radio commerciali è irredimibile. In quel contesto è già impensabile ritagliare uno spazio per la musica indipendente più innocua, figuratevi per le forme sia testualmente che musicalmente più temerarie. L'unica possibilità di salvezza sono le piccole radio locali indipendenti o, uscendo tecnicamente dall'etere, le radio web. Anche se è barare. Con la tecnologia attuale chiunque può architettare un proprio podcast in cui essere liberissimo al 100% di proporre tutto ciò che vuole. Il problema sarà che se davvero ognuno farà il proprio podcast diverranno altissime le probabilità di finire ad essere l'unico ascoltatore di sé stesso.

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