mercoledì 21 settembre 2016

Apologia de La Tosse Grassa su METALZOV.

LA TOSSE GRASSA. Odi alla TrasHendenza [2011-2016]



Nyarlathotep è tra noi, ed è di Recanati.
Mentre cercavo le parole giuste da metter qua sotto è giunto e abbondantemente passato il Finlandei, giorno consacrato a imperitura memoria al Culto della Tosse Grassa, nonchè al Porcoddio del Degrado, e in concomitanza con il mio decimo articolo su codesto blogghe mi accingo a scrivere quella che è quasi di sicuro la cosa più lunga mai scritta su La Tosse Grassa, bisuntissimo e amorale one-man project di Vanni Fabbri, competente ed onnivoro diggèi marchigiano che 5 anni orsono (addirittura nell'anno 5 Avanti Metalzov!) ha dato inizio a una trenodia cosmica a bassa fedeltà in sei atti, farcita di bestemmie e sarcicce allo sperma, un'opera monumentale che va considerata come unica, e che costituisce anche l'esalogia più significativa e smottante che l'italica musica post-2000 abbia da offrire. Non ci piace farci mancare niente, ballo di mille corpene!, per questo eccoci con la prima monografi(g)a di quella fucina di mattacchioni del Metalzov, dedicata all'organismo più malsano e filosoficamente repellente - a nostro umile avviso - che l'attuale kontrokültüra nostrana abbia da offrire.
Parleremo di campionamenti, mash up, humour nero, blasfemia, ignoranza, italioti medi, birra Moretti, il dio cane, sporcizia, gentaglia togata, Vasco, terroni, incesto, orrore e tanta pedofilia. Ma anche di acume, cultura e vera poesia del Degrado, ideale al quale il nostro novello Baudelaire - o dovremmo dire Budellaire? - si è  consacrato in blocco, anima e corpaccione. Quindi, se ancora non avete intrapreso la via del totale disfacimento spirituale e morale dell'essere umano, lasciatevi catturare dal fascino mefitico di LTG!
Segue una breve trattazione per punti salienti di ogni singola tappa della discografia del Nostro, con una disamina finale per definire ciò che secondo me costituisce il nocciolo della Phänomenologie de La Tosse Grassa. Sono stati volutamente tralasciati dall'esegesi il pezzo Dramatic carota (sulla compi Fresh Start di Roar Magazine, 2013), la compilation autocelebrativa We love Tosse Grassa yeah yeah yeah (2014) nonchè i precedenti lavori dei progetti DJ Smegma e Ca.Pe.Al. se no diomerda 'sta monografia la facevo uscire dalla prostata.
Buona catabasi nella merda, facce di cazzo


Libro I.  TG1
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"Vedo croce, penso Burzum"

2011, un oggetto lo-fi non identificato comincia a girare sul webbe. Si esprime sottoforma di haiku mongoloidi su basi altrui, martoriate e usate come accompagnamento ai latrati di un laido individuo. TG1, il debut, mostra ciò che Vanni Fabbri è in grado di sfornare con un computer e un microfono di fecale fattura, e dichiara quello che grossomodo farà fino alla fine del progetto (come gli Shellac, in fondo, no?). Un malvagio pastone che disturba tuttora, all'orecchio e ai preziosi cervellini; sottofondi cupi, quasi disossati, schiaffi di bytez freddoglaciali alternati a strombazzate degne della peggio tv anni '90. E il buon Fabbri che dal suo antro ci decanta storie di frocioni borghesi non dichiarati, ganimedi in età da asilo che invocano languidi il cazzo del pretazzo, gente che mangia il cartone (e che al Palio di Siena prenderà fuoco), indie-minkia che ambiscono a dare l'orello a Pierpaolo Capovilla, Yara che ha ucciso il mostro di Lochness, Burzum e...bèh, avete capito l'antifona. Servono nervi saldi e budella adamantine per reggere a una tale carrettata di cattivo gusto, cinismo, violenza, trivialità, razzismo dozzinale, bestemmie e le altre mille amenità che colorano di jjjoia il popolo del diocane italiota.
Esordio al fulmicotone, d'obbligo per approcciare il fenomeno LTG con la dovuta cognizione.
Tra le basi rippate&impastate, tanto per dire: B-52s, John Carpenter, Sigue Sigue Sputnik, Lassigue Bendthaus (porcamadonna), la colonna sonora di Rocky 4.
I titoli? Niente di che, robetta da salone del mobile tipo Lo vuoi nel culo, Sperma d'artista, Esame autoptico e vai così sempre dritto per il Grammy.
"Robuste dosi di cazzo per Nonna" è anche il titolo di una fierissima playlist che da anni persiste sul mio pc e sulla mia autovettura.
L'avete sentito sto merda di disco? BraviH. V'è piaciuto? Vai col 2 e porcoddio


Libro II.  TG2
o
 "Morto un papa se ne viviseziona un altro"

E' il disco che ho avuto nelle orecchie costantemente nel mese emmezzo in cui finii Rogue Legacy un numero dispari di volte. Per me TG2 è quello. Bei ricordi. Dio verro.
Il neofita qui comincia a percepire l'atmosfera pregna di nichilismo e sborra rancida che (s)permea come un'aureola sto carrozzone da lesionati e, se egli è veramente degno di diventare cultista, non tarderà a strapparsi le vesti, rinnegare il falso profeta; d'ora in avanti seguirà unicamente il Verbo del Fabbri (la traccia di apertura, Ti apro il culto, è altresì esemplificativa). In questo grosso grasso sophomore - anch'esso assemblato e mixato casalingamente - l'eleganza la fa decisamente da padrone, le citazioni già si fanno più erudite e audaci, le basi più eterogenee, il missaggio superiore, i pezzi più lunghi, diocan è tutto più! Anche i testi si dipanano e delineano concetti, temi più vasti e compositi (non siamo davanti a un Baffo Arcore, a un Diarrea Sonora o a un mero esercizio coprolalico, per intenderci), cominciando a dipingere un universo lovecraftian-lurido dove, come nelle mitologie a fini incastri del caro Howard Phillips, sembrerebbero albergare tutte le aberrazioni che brucano allegramente il guano della mente del Tossegrasso. Tra le tematiche sviscerate, la sodomia come risposta al sovrappopolamento dilagante, amene scorribande nei cimiteri, l'indignazione per i rastafariani visi pallidi, i negri di Macerata, i bombaroli norvegesi, Barbara Bobulova.
Alcune feature non retribuite: Manowar, Orchestral Manoeuvres in the Dark, Venom, l'inno d'Italia, Rhythm of the night, gli U2.


Libro III.  TG3
o 
"La vita è bella (quella de Benigni)"

Il disco più divertente, colorato e kawaii. Lasciamoci trascinare dal simpaticissimo e trasgry Pol Pot in copertina giù a capofitto in un marasma di risate e budelli variopinti. Probabilmente l'apice indiscusso della discografia, esondante nella grezzitudine dei beat e nella furia coprofagica dei testi, mai così lauti e invitanti. Da Veleno a Marchigian Routine 2 (senza dimenticare la memorabile suite di chiusura che finisce per stuprare pure Katy Perry che le fa tanto bene) il frastuono e la Morte Maligna vi scoppieranno il cranio come un'emorroide avariata; una tavolata trimalcionica di manicaretti degni di un Salò di Pasolini che vi farà sentire insanamente sazi e di buon umore. Impossibile non percepire una certa voglia di mandare affanculo Gualtiero Marchesi e le sue puttanate e correre col mestolo a farvi una bella scorpacciata ai cessi chimici sul cantiere più vicino. Gnam!
Qui poi figura la - ritengo - punta di diamante assoluta del proggetto esaennale del buon Fabbri, Santo subito: Sabrina Salerno, gli 883, la citazione iniziale ai San Culamo...i brividi e il durello a vita, mica cazzi.
Forse l'album che meriterebbe di essere suonato al mio funerale, adattato per ensemble di strumenti tradizionali cinesi e rutti.
Le basi non ve le dico, perchè sarebbe un delitto privarvi del piacere di scoprirle da voi, dio e poi bestia. Dico solo, da Philip Glass ai Dark Angel, da Pupo ai Carmina Burana. E ci vuole del puro genio per mischiare Phantom of the Opera degli Iron Maiden coi Franz Ferdinand (si veda Hanno le manine).


Libro IV.  TG4
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"Arde il braciere / un nuovo slogan / cerimoniere / porta le Hogan"

I temi trattati in questo capitolo completano la mappa concettuale della carcassa metafisica nella quale bazzica il Nostro. Si filosofeggia di Cthulhu e riti trucidi in vesti quasi post-fantozziane (Tentacoli), si medita sui carabinieri a Nassirya e sulle susseguenti (e altissime) deduzioni in merito alla balneazione (Lutto Nazionale), si fa rivivere ancora una volta il dolce stil novo (Just Cavalle), si disquisisce di violenza domestica (Afoto Patomba) e di alternative intelligenti al welfare (Voglio la pensione), lasciando un posto speciale nel cuoricino per tutti i figli di madre ignota che inneggiano a Vasco o al Duce o peggio ancora alla Juve (Mentalità).
Sul comparto audio, TG4 è superbo. Tecnicamente la tappa più completa; se fino a TG3 ci si sentiva lievemente galvanizzati davanti ai pezzi più groovy, qui sarà un sabba cannibale con reni che ti si spatasciano sul grugno e King Diamond che ti vellica il perineo usando Michael Gira come vibratore. Mai così tanta varietà nelle basi, ci si scaravolta nella bolgia tra Bjork, Type O Negative, il tema di Demoni di Lamberto Bava cioè cioè, Marilyn Manson, Blondie, The Pains of Being Pure at Heart, Deep Purple (Space truckin' dio boiaaaaaaaaaaa), Kraftwerk, Johnny Cash, Arisa, Martin Solveig, Cure, Patty Pravo, Rocky Roberts eeeeeeeeeeeeeeeeeeee non so cosa volete ancora che scende la merda della madonna e vi fa un soffocotto
...ah, vi ho detto che c'è la ballad più figa dello spazio-tempo? Abbassate di pitch Rebellion (lies) degli Arcade Fire, buttateci sopra una colata di Massimo Ranieri e al momento di pathos maximo fate partire il tema di Cannibal Holocaust. Avrete C'ho una persona dentro.
Che poi Ghigliottina e Lanciafiamme su TG3 è anche più toccante, però vuoi mettere Riz Ortolani?


Libro V.  TG5
o 
"Andiamo a vedere le luci dell'impianto di trattamento
                                                                                                            [delle acque reflue]"

Con TG4 le coordinate della poetica sono ormai del tutto tracciate. Forse questo tassello rappresenta la parentesi più pacata del nostro Vate, i testi sono compilativi e rappresentano magari un esercizio di stile - che non sorprende come in passato - sui grandi amori del Maestro: l'immoralità, il putridume, la canzone d'autore o sedicente tale, il sensazionalismo a caz de can (panico e paiùra Adam Kadmon 2, solo uno dei tanti pezzi seriali che si susseguono di album in album), la misoginia e come sempre tante tante tante tante deiezioni; eppure l'immensa giostra di citazioni e fetenzìa sembra funzionare ancora una volta! Vanni qui dedica, molto semplicemente, più impegno nella macerazione degli ingredienti audio e sfiata tutto il contenuto della sua ghiandola pineale in una colossale sburrata di hommages e contrappunti puzzolenti ed eclettici come non mai, componendo il disco più barocco della nidiata. Forse un bello senz'anima, tutt'al più.
A onor del vero, solo per l'intro con Scatman e la presa per il culo a Vasco Brondi sto disco meriterebbe un dolmen intitolato, dio catafalco. 
E nonostante includa il pezzo, a mio modestissimo avviso, più scarso della carriera (Featuring Fedez), io mi ribalto sempre come un lamantino ascoltando Girone della merda, Metanaro o Femminicidio, autentiche perle della poetica LTG, dove si frullano assieme senza ritegno la ost di Assault on precinct 13 di Carpenter, Peter Gabriel, Jannacci, Ligeti, i Goblin. Gode di particolare approfondimento il lato più ermetico ed inquietante della fantasia di Vanni, più oberante che mai: si veda a riguardo Vita : Vermi = Morte : Ideale, gioiellino tutto in stile telegrafico-catecumenal-massonico, che ai più cresciutelli non potrà non far tornare in mente Corrado Guzzanti incappucciato e i suoi cavalieri della Uàllera d'Oro.
Delizia finale, tanto per lievitare ancora un po' il concetto meta-musicale che LTG incarna e deforma come un ritratto di Francis Bacon, ecco servita una recensione di Vanni Fabbri che demolisce il disco di Vanni Fabbri con annessa presa per il culo di Vanni Fabbri a Vanni Fabbri che fa una recensione a Vanni Fabbri. Con sottofondo di Ligabue. Comincio a pensare che uno come LTG non ce lo meritiamo.
A TG5 segue il consueto anno di riposo prima della, a quanto pare, conclusione del "contratto che Vanni ha stipulato con se stesso". Lo sconforto è tanto, si teme una chiusura in sordina, senza un bel gavettone alla salmonella che ci riporti tutti in superficie, un po' più tristi e un po' più saggi, dopo 5 anni d'avventure da cultisti infoiati come baccanti, passati a rimestare vomito e salme di Mike, ad inneggiare a Yog-Sothoth danzando nel catrame a palle all'aria con la maschera di Paolo Bonolis. Si teme che manchi il botto, insomma.
Ma soprattutto, si chiamerà TG6 o Studio Aperto? O...?


Libro VI.  Studio Aperto
o
"Luca era vegan" 

Ovviamente il Porcoddio del Degrado non lo mette in culo ai suoi accoliti, e il finale della cavalcata è da lacrime e scorticamenti di cappelle.
3 parole: l'album-da-rave.
Delirio terremoto traggedia gattini mandinghi Moretti feti alla spina Selena Gomez rabbini pokémon go sborra nei capelli talent schegge di crani Kool & the Gang 4100 Kabobo Sergio Endrigo la macchina del capo ivoriani grassi Funky Town specismo droni i violini di Psycho piramidi di crisantemi i Kaiser Chiefs dioccane labbombatomikaaaaaaaaaaaa-
"e Calcutta?"
"Tutto bene"
nnaggiallamadonna
Poi è scientificamente testato che se un ultras del Lanciano urla "La placenta della madonna" dalla cima di una rupe il mondo si trasforma in un carosello anale di Luca Sardella con David Lynch che viene fistato con la testa da un siluro del Po mentre infila un revolver in culo a Edgar de Gli Aristogatti.
Manco il tempo di acclimatarsi alla pioggia nera di degrado all'ennesima che si è già a Sono io quelli che restano, commiato semplicemente da groppo in gola che non si merita di essere rovinato in questa sede; comunque sia pianti, balordia, strepiti, lancio di cristimorti e bomboniere anali come non mai. La base sfuma. Stavolta siamo davvero alla fine.
...
Studio Aperto è ancora caldo di forno (famo per dire), quindi alla fine ve lo lascio scoprire dai.
Datevi da fare. Piazzatevi nel vostro campo da festa drogata abusiva preferito, piazzate la Saxo coi fari allo xeno, attaccate le casse, fate partire Studio Aperto. E distribuite la birra direttamente nei goldoni annodati, dio maiale.
...bene, la notte oscura dell'anima si è dissolta, una pallida luce torna a riscaldarci ma non sappiamo più bene se è una bella cosa o no. Missa est. E' tempo che LTG diventi effettivamente un culto, e per farlo è necessario che abbia una fine. Almeno per quanto riguarda l'attuale incarnazione, si avverte che il cerchio è chiuso. La trattazione di Vanni sul 'peggio concepibile e realizzabile sempre e comunque' è terminata. Molte parole potrei spendere, e mi ripeterei per l'ennesima volta (e sto articolo lo mollerebbero anche i 2 encefalitici rimasti fin qui), quindi vorrei far il miglior uso degli antichi gridi di guerra: lenire la tristezza per gli assenti amici e trasformarla in rinnovato vigore. Quindi buona chiusura e 
"IN ALTO LE MORETTI PER IL NOSTRO PORCODDIO" (da Degrado blitz)


Epilogo.

Difficile parlare di una direzione, di un progetto, trovandosi davanti a questo poltiglione nocivo di materiale così stridente e disorientante per sua stessa natura. Difficilissimo raccogliere e approfondire ogni spunto che il Fabbri ha lanciato dalla sua chiatta sul fiume Merda; gli aforismi deliranti che compongono questa sorta di insano lunario à la Frate Indovino* paiono vivere di vita propria, ed estrapolarne uno dal contesto equivale a doverli estirpare e denaturare tutti. Questo post voleva essere piuttosto una rapida analisi e insieme un invito all'ascolto (o alla riscoperta) di una voce talmente solitaria nel nostro panorama che sarebbe un peccato lasciarsela sfuggire così, senza aver provato manco una volta il brivido di sentirsi disgustati davanti a questa roba qui.
Ovviamente parlo di disgusto godereccio, la sensazione scuotente e appagante che ci scaturisce dallo osservare quella rara insistenza, quella perseveranza mefistofelica nell'eviscerare mode, costumi, letteratura, fiction, fatti veri o presunti tali e metterne in luce solo la bile, il sangue infetto, il feto con sei gambe, il ributtante, das Unheimliche per essere eleganti, và. Difficile divertirsi tramite il sentimento dell'immorale e del sudicio, oggi, ascoltando un disco. Throbbing Gristle, Squallor, Santarita Sakkascia, Skiantos, Elio dei tempi d'oro, sembrano passati secoli porcamadonna. Eppure oggi, nell'epoca dei Grezzo 2, dei Welcome to Favelas, LTG ha fatto il ruggito più forte. Perchè ci ha dato risate e catarsi abietta (qualcosa che va ben oltre la goliardia, e che, onestamente, poco ha da spartire con essa) ragionando su ambiti davvero tabù, roba da chiodi, su cui potevano permettersi di sparare a zero, chessò, i sopracitati Squallor (ma si parla di altri tempi, per l'appunto).
Radiocappelle dei celeberrimi è 'na cosa; ma ora si prenda la prima strofa di La vita è bella (quella de Benigni) da TG3, nello specifico

questa mattina la bimba ha vomitato
qualcosa di un verde pazuzu
l'altro bambino era un po' ritardato
l'ho affogato dentro il bidet

era il figliolo del curato marrone
a mio marito non gli funziona

o il seguente estratto da Lutto nazionale, TG4

lutto nazionale - ti svegli all'ospedale
ti scoppia la testa, ascoltata troppa musica
ad una festa 70 - 80 - 90 nassiriya
una deflagrazione quanta merda spazza via
bandiere tricolori con lo stemma di salò
bandiere in generale quanto scalda sto falò, oh! oh!

lutto nazionale - tu piangi il generale
io invece vado al mare anche se mi fa cagare

o ancora questo, dritto da Gravi danze indesiderate, TG5

potevi prenderlo in culo come fanno le suore
ma quello sguardo pirata ti ha sborrato nel cuore

darai la colpa alla tequila ed al sesto chupito
ma hai offerto la fica a uno con l'infradito

dicevi che con la gomma non è fare l'amore
volevi solo scopare, hai guadagnato un tumore

feto feto feto feto maligno
nato da un lago di sborra e un altro gruppo sanguigno
con un colpo di reni condanni me all'esistenza
avrò la mia vendetta sarò la tua penitenza

ecco, questa sì che è l'unica roba che potrebbe eguagliare un artista immorale d'altrove del calibro di un Lloyd Kaufman, un Genesis P-Orridge, o un sempreverde John Waters!
L'aspetto incredibile, piuttosto, è quanto poco folto sia il gruppo di pionieri che da noantri abbiano avuto la cazzimma di unire musica, trashume volontario e satira sociale... o quanto poco il pubblico (restiamo in Italia) recepisca male qualsiasi cacofonia di elementi infiammabili che spesso sfrutta il conato di vomito per far discutere o evidenziare altro. Ma mi sto impegolando in un discorso del cazzo, quindi...chiusura!
La forza di LTG sta, a conti fatti, nell'estrema semplicità con cui ti ruba i ricordi più cari e confortanti che ti legano a determinati eventi degli anni che ti hanno formato, ne violenta i cadaveri decomposti e nel mentre ti massaggia il pistulino obbligandoti ad assistere...quindi, nell'acme di confusione & disgustorama orgasmici ti appiccia davanti agli occhi un posterone di Kelly Stafford che mangia lo stronzo di un nano e ti dice "Mo' sborri lo stesso, mmerda!". E così sei marchiato. Quel frammento di canzone sapientemente tagliuzzato d'ora in poi ti ricondurrà sempre a quella serata in cui lo zio Vanni ti ha scopato il cervello coi pezzi di maiale morto e le foto di Amanda Knox ad Abu Grahib.
Le canzoni, dalla hit dei Mondiali dei tempi delle medie fino alla traccia maledetta dei San Culamo ascoltata di nascosto in cassetta, passando per la pubblicità del Maxibon, sono a tutti gli effetti dei momenti che plasmano la psiche e il carattere. E Vanni lo sa. La sua crudeltà sta nell'ammansirti con l'incedere felpato dei suoi miasmi brutal-disco-pop (etichetta che si è autoconferito), talvolta davvero riusciti e quasi ballabili cazzo, per poi darti, così, quando meno te l'aspetti, l'epatite in culo con un motivetto celeberrimo, un brandello di un jingle, un sample banalissimo. Ed ecco che l'escamotage tanto imbelle quanto pavloviano agisce; il dolce ricordo che brillava dai recessi della piccola età dell'oro che vive in ognuno di noi viene istantaneamente rimpiazzato con un facsimile lustro di sborra con la scritta a pennarone ignorante "Post-LTG". E' inevitabile, e chi ha esperito la sua musica capirà al volo. Dopo Santo subito, ascoltare spensieratamente musica di merda come Sabrina Salerno o gli 883, o il prologue di Ghosts 'n' Goblins, o un passaggio di Rossini, o la pubblicità del porcodidio, non sarà più la stessa cosa. Magari dico una banalità, ma una simile forma di espressione (anche se ci limitassimo a valutare le declinazioni del 'demenziale') ancora mancava da noi, qui che pare che dopo i Gem Boy non sia più successo un cazzo. Vanni Fabbri ha, piaccia o meno, portato il mash up à la Neil Cicierega & affini sul nostro suolo, con una buona tanica in più di metallazzo, merdume e olio di semi; non solo, ma ha impreziosito i suoi piccoli mostri con lyrics disturbanti e balzane (e spesso idiote solo ad un ascolto moolto superficiale), forse perseguendo intenti cacopedici o forse dico minchiate, facendo della contemplazione coatta dello sfacelo più desolante e del bulimico ricorso alla risata verde di krausiana memoria le sue lame più affilate.
Oh, ascoltare La Tosse Grassa è invero cosa folle e liberatoria e soprattutto da spanciarsi dal ridere, è impossibile non sentirsi scossi nelle fondamenta sentendo questo bestione marchigiano che sbraita di blacksters, porno gay, papi aspiranti suicidi, idilli alessandrini tra bimbe e bidelli, travoni, ammazzamenti, di mutilazioni genitali, cronache di parlamenti e messe nere, di Cthulhu e lutti nazionali e ragionieri e pentacoli, di Antonella Clerici, dei kebab vegani e delle Hogan. Guarnite il suddetto sabba decameroni-gore con un coacervo di riferimenti multilaterali e genuinamente colti, occhiolini musical-cinefili, porchiddii e rimandi alla pop culture che ha francamente del maniacale.
Almeno nel panorama degli ultimi vent'anni, uno degli assalti creativi più crocchiaossa, devastevoli e - sì, lo posso dire! - squisitamente  P O S T M O D E R N I  in cui si possa sbattere la testa, oltre che fottutamente divertente. Porcomadonna e porcoddio.
Basta, m'è scesa la uàllera, vado a segare il bimbo col flessibile se no col cazzo che ci sta nel Telefunken.
Chiudo.
Il vostro agiografo protocristiano
Zio Carne
[* 6 album, di 12 tracce cadauno, e ognuno di essi è stato rilasciato in occasione di un giorno ben preciso (quello consacrato al Porcoddio del Degrado, per l'appunto); aspetto calendaristico-rituale che rende ancora più malsano il pensiero di LTG come del fulcro di un'accolita druidica misantropa, chiaramente con effetti esilaranti]

Ringraziamenti.  Questo articolo è stato un parto anale triforcuto (ma ci sono stati anche momenti difficli). Ringrazio il Drugo, Gurren Lagann, l'azoto, il mio compare Deadalus che ha suggerito il titolo di questo post, Peppe Scorreggia, Stravinskij, la salsa verde, Giorgio Manganelli, i pokemon tosti e prorompenti tutti differenti (ma je spicciano casa ai digimon), Kendra Sunderland e tutti quelli che me vojono bbène

La Tosse Grassa - TG1, TG2, TG3, TG4, TG5, Studio Aperto / 2011-2016 / tutti fieramente autoprodotti


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